Tra utopia e realtà: torna il Chimera Fest a Casertavecchia

di Beatrice Ricci

Come un festival diventa chiave nel processo di riattivazione di un territorio

chimera

/chi·mè·ra/

sostantivo femminile

  1. Mostro della mitologia greca, che i poeti dissero col muso di leone, il corpo di capra, la coda di drago e vomitante fiamme
  2. fig. Ipotesi assurda, sogno vano, grandi e nobili utopie.

Chimera è un festival multiforme, di linguaggi e saperi creativi, che propone un palinsesto con live performance, residenze artistiche, incontri, workshop, mostre e momenti dove semplicemente ritrovarsi insieme. Si svolge nel borgo medievale di Casertavecchia, alle pendici dei monti tifatini, a circa 14 km da Caserta. 

é un festival nato nel 2024 da un’idea di Itinerari Paralleli ETS. Rientra nel più ampio progetto di valorizzazione territoriale iniziato nel 2018 con la vittoria del bando “Cammini e Percorsi” del Demanio, con cui Itinerari Paralleli ETS ha ristrutturato e rifunzionalizzato la torre (ex-posta) nel centro del borgo, abbandonata dagli anni ’80, e divenuta La Finestra Community Hub.

Lo spazio oggi offre un emporio di prodotti Slow food e Slow Wine, una bibliografia selezionata, guide e informazioni che permettono l’esplorazione del territorio, laboratori ed eventi. La Finestra vuole essere uno spazio condiviso, libero e aperto; infatti, il sistema delle chiavi sospese consente a chiunque sposi i valori del progetto di proporre attività e usare lo spazio.

Perchè un festival? 

La prima edizione di Chimera fest (che potete assaggiare in questo meraviglioso video) è stata un esperimento, un azzardo forse, ma anche un primo sguardo e soprattutto una responsabilità che un gruppo di persone si sono prese per provare a raccontare quello che possiamo essere come comunità del futuro.

Una riflessione che diventa ancora più incisiva se si pensa al contesto di Casertavecchia, un luogo ai margini dei margini: un borgo in via di spopolamento, frazione di Caserta, città del sud Italia che vive di per sé una condizione di difficoltà non solo rispetto al Nord ma anche rispetto ad altri contesti del sud. 

Chimera sceglie questo territorio, che alla complessità non può sfuggire, come centro da cui guardare, dove la bellezza non basta per salvarsi e la cultura può rappresentare un modo per esistere e resistere.

Totalmente autoprodotto, il festival ha l’obiettivo di indagare la complessità del presente attraverso una programmazione culturale inedita per il territorio, sperimentando una pluralità di linguaggi ed aprendo un’effettiva possibilità di crescita e scambio. 

In arrivo a Settembre 2025 la seconda edizione: ecco cosa sceglie di essere.

Innanzitutto, sceglie di esserci, di nuovo, e di portare avanti l’esperimento attivando sempre più energie: quelle di chi resiste sul territorio, quelle di chi vi torna, quelle di chi arriva da fuori. In uno scambio armonico e generativo di visioni.

Il festival si svolgerà in tre giornate (saranno presto annunciate le date sui nostri canali, stay tuned) con laboratori, concerti, incontri, proiezioni, momenti per imparare a confrontarsi e conoscere altro. Anche il cibo, spesso sottovalutato nei festival culturali, è diventato qui un canale potente di relazione e consapevolezza: scegliere produttori locali, promuovere una filiera alimentare etica, raccontare il territorio anche attraverso i suoi sapori.

Diritti, identità, ambiente sono infatti le parole che guidano la linea curatoriale che abbiamo scelto affinché la cultura sia motore di cambiamento rendendo visibile, quindi percorribile, un’alternativa desiderabile per il territorio. Anche per questo, la costruzione della programmazione è un processo attivo di coinvolgimento della comunità. Nello specifico, due aspetti sono chiave in questa edizione di Chimera: sostenibilità e accessibilità.
La sostenibilità (ambientale e sociale) è assunta non solo come principio organizzativo, ma come valore culturale centrale, integrato nella visione del festival e nel suo rapporto con il territorio. L’obiettivo per l’edizione 2025 è trasformare la sostenibilità in un linguaggio condiviso, capace di guidare decisioni, ispirare contenuti e attivare comportamenti consapevoli, coinvolgendo pubblico, operatori e comunità locali. Per fare questo, il festival ha scelto di dotarsi di una figura dedicata e formata, il Green Coordinator, incaricata di progettare, monitorare e accompagnare l’intero percorso ecologico del festival.

Chimera Fest 2025 vuole inoltre essere aperto e accogliente, un momento in cui persone di solito escluse possano sentirsi previste e possano partecipare. Mettendo in discussione la canonica organizzazione di un evento, vogliamo attivare un lavoro trasversale di accessibilità: alla struttura, all’informazione, all’esperienza. Fondamentale per noi è l’ascolto dei bisogni delle persone che vivono la discriminazione e la co-progettazione delle azioni che rendano ChimeraFest più accessibile insieme alle associazioni di riferimento sul territorio. 

Tra gli incontri previsti nella tre giorni uno di apertura dedicato ad un dialogo e uno scambio tra pratiche che incarnano le complessità del presente, progettualità esemplari di rigenerazione territoriale a base culturale. Per aprire un confronto e allargare la rete affinchè Chimera possa continuare ad alimentarsi di visioni ed esperienze diverse. 

Certe illusioni, certe utopie, certe chimere sono motori sul piano storico del cambiamento; costituiscono la spinta degli individui e dei popoli verso qualcosa che forse non esiste, ma non si può fare a meno di cercare.