Sentieri narranti

a cura di Annamaria Creamascoli

Sentieri Narranti

Siamo nel lodigiano, territorio connotato dalla presenza del fiume Adda, nel parco fluviale e agricolo Adda Sud. Il fiume è elemento identitario per le persone che abitano questo luogo, filo che cuce in una trama di relazioni piccoli e grandi borghi che sorgono lungo le sue sponde. Le persone che qui vivono sono gente di terra e di fiume e conservano saperi tramandati in gesti e abitudini di un tempo lento, quello dell’agricoltura e dello scorrere dell’acqua. Il fiume, poi, abita l’immaginario collettivo, con le sue leggende, come quella del lago Gerundo e del drago Tarantasio, e i ‘mestieri’ di una volta: vi erano i barcaioli, le lavandaie, i conciatori di pelli, i cavatori di ghiaia e, anticamente, i cercatori d’oro.

È in questo territorio che nasce, all’interno del programma di Fondazione Cariplo Welfare in Azione, il progetto Mano a Mano. Fare insieme per stare insieme con l’obiettivo di costruire esperienze di incontro tra mondi culturali diversi, rendere i territori più capaci di accogliere persone con un passato migratorio e guardare alla diversità come opportunità di crescita, insieme. Mano a Mano è anche una chiamata all’azione: mette a disposizione risorse e competenze, accompagnando i cittadini nel prendersi cura del proprio territorio e di chi lo abita. Tra le diverse iniziative di progetto I Beni che abbiamo in Comune promuove il recupero dei beni comuni nei borghi del lodigiano.

Nel 2020 la pandemia ha colpito duramente il territorio, rendendo le relazioni ancora più fragili. I borghi hanno pochi abitanti, i servizi sono carenti, la scuola ha sempre meno bambini, in alcuni casi è stata chiusa da anni, la parrocchia è punto di riferimento ma spesso l’oratorio è inattivo, il prete talvolta gestisce più sedi e non è presente. Il distanziamento sociale ha isolato ancor più questi luoghi già di per sé isolati. Un desiderio, però, è emerso forte: uscire di casa, respirare. E così le persone hanno iniziato a camminare e scoprire.

Sentieri Narranti nasce all’interno di Mano a Mano e di I Beni che abbiamo in Comune per dare una risposta a questo desiderio costruita con i cittadini per i cittadini. Il sentiero narrante è un sentiero che racconta un territorio attraverso elementi narranti, come un muro, una panchina, un totem. I luoghi parlano con le parole delle persone che li vivono, da anziani a nuovi abitanti. I luoghi parlano e ricordano altri luoghi anche lontani. I luoghi parlano e ci ricordano di noi, delle nostre vite, delle nostre fatiche e dei nostri sogni. Sono scelti seguendo le parole di Franco Arminio: “Prendi un angolo del tuo paese e fallo sacro”.

All’interno di laboratori sociali, momenti di incontro con i cittadini, conduco  il percorso di coprogettazione con il ruolo di  facilitatrice di comunità e architetta esperta in rigenerazione urbana e innovazione sociale. Innanzitutto, stiamo lavorando insieme proprio al racconto, declinato nei diversi borghi in maniera differente. A Boffalora d’Adda, dove il sentiero individuato è un percorso naturalistico lungo le sponde dell’Adda, si sta percorrendo – e ripercorrendo – il tracciato insieme a bambini e adulti, per conoscerlo nelle diverse stagioni e costruirne una storia collettiva a più sguardi, condotti in maniera esperta da una Guida Ambientale Escursionistica. Ad Abbadia Cerreto, dove il sentiero è un tratto di percorso che attraversa il borgo, per poi ricollegarsi al fiume Adda, si è deciso di partire proprio dai racconti delle persone del paese, anche mossi dal desiderio di costruire relazioni più solide tra giovani e anziani; è stato, dunque, allestito durante la sagra lo spettacolo Musica e parole, occasione per i cittadini di prendere voce in un racconto corale.

Contestualmente, abbiamo iniziato a progettare gli elementi narranti, insieme anche ad artisti ed esperti in autocostruzione. A Boffalora d’Adda l’amministrazione comunale e i cittadini desiderano realizzare dei totem che possano accompagnare bambini e adulti nella conoscenza del sentiero, inteso non come luogo di passaggio per raggiungere una meta, ma come spazio di scoperta in cui fare esperienza, rivolgendosi in particolare a famiglie e scuole per le gite fuoriporta. Ad Abbadia Cerreto, invece, l’amministrazione comunale e i cittadini hanno deciso di sistemare e trasformare alcune panchine già esistenti, che diventeranno esse stesse strumento di racconto. Per fare questo, è stato allestito un piccolo e prezioso spazio comunale, Il Garage – laboratorio di comunità, dove le persone possono lavorare insieme per la costruzione del bene comune. Perché la panchina? Arredo semplice ma molto discusso, spesso ridotto nelle dimensioni, a volte rimosso dallo spazio urbano. La panchina è simbolo di accoglienza, è punto di incontro e per i 280 abitanti di Abbadia vuol dire, in due parole, so-stare insieme.