Questa scuola è un bene comune! Un’esperienza di scuola aperta a Pescara, all’interno del Piano scuole estate 2021 del MI/MIC.

di Federica Di Giambattista, Piero Rovigatti, Ludovica Simionato

Questa scuola è un bene comune! Un’esperienza di scuola aperta a Pescara, all’interno del Piano scuole estate 2021 del MI/MIC.

Nell’estate pandemica del 2021, presso una scuola di frontiera della periferia pescarese abbiamo1 realizzato una prima rassegna di laboratori, workshop partecipativi ed eventi culturali, garantendo l’apertura della scuola oltre gli orari e i periodi di apertura stagionali tradizionali.

Il progetto nasce dalla convinzione di quanto sia importante che l’Università si occupi degli spazi pubblici e di come vengono fruiti, ma ancor prima che si affacci e contamini la città, senza portare soluzioni precostituite, ma scovando idee ed energie dai cittadini.

Il progetto è nato all’interno del “Piano scuole estate 2021. Un ponte per un nuovo inizio”2 ed è stato strutturato in diverse azioni, di natura materiale e immateriale.  

Campo di azione comune è stato lo spazio aperto interno alla scuola -il cortile scolastico- e gli spazi pubblici di prossimità -marciapiedi e piazzali pubblici di accesso- che diventano oggetto di piccoli interventi ad opera degli studenti, di arredo e di infrastrutturazione a servizio delle attività immateriali in programma. Attori delle differenti azioni sono state diverse associazioni di terzo settore, docenti della scuola, docenti dello stesso istituto scolastico e giovani neolaureati del Dipartimento di Architettura e degli altri Dipartimenti universitari coinvolti nel progetto FIRST3, con cui l’Istituto Comprensivo Pescara 1 condivide da tempo progetti ed iniziative di contrasto alla povertà educativa e di educazione alla cittadinanza attiva e all’inclusione e coesione sociale.

Fotografia di Ludovica Simionato

L’idea principale è stata quella di animare i cortili scolastici consegnati all’uso estivo dei bambini e dei ragazzi reduci dall’anno scolastico della pandemia, concentrando le attività per tutti i mesi di luglio e di agosto per almeno tre giorni alla settimana. L’obiettivo era quindi quello di stabilire una forma di “abitudine” alla frequentazione della scuola nella stagione estiva secondo un programma quotidiano di attività organizzate in sequenza oraria. Nello specifico, l’orario mattutino (dalle 9 alle 12) è stato dedicato ai i ragazzi con attività laboratoriali di autocostruzione, coding, teatro, cittadinanza attiva; l’orario pomeridiano (dalle 17,00 alle 18,30) ad attività sportive e ludico sportive; l’orario serale (dalle 18,30 alle 19,30) ad attività laboratoriali di natura didattico culturale come letture all’aperto, laboratori di inclusione, laboratori teatrali e musicali; infine, l’orario di fine serata (dalle 20,30 alle 22,30) ad eventi culturali aperti alla comunità quali rassegne cinematografiche, musicali e teatrali.

Questo tipo di scansione delle attività ci è sembrata, infatti, un’opportunità per sperimentare alcune delle azioni che l’Istituto scolastico ha messo in programma all’interno dei Patti Educativi di Comunità, già riconosciuti dall’USR (Ufficio Scolastico Regionale), dando anche concreta attuazione all’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite4, e in particolare alla sua missione 11.7, che punta a “assicurare un accesso universale per degli spazi pubblici e verdi che siano sani, inclusivi e accessibili, in particolare per le donne e per i bambini (…)”.

Fotografia di Ludovica Simionato

La domanda che ci siamo posti come architetti è stata principalmente quella di come ripensare la scuola come potenziale centro civico di quartiere, cominciando a ripensare i cortili come piazze, campi, teatri ed i locali interni come laboratori e servizi di comunità. La domanda è stata fatta agli studenti, primi fruitori e conoscitori degli spazi della scuola, e successivamente anche ai loro genitori. I laboratori di autocostruzione e allestimento del cinema e del teatro all’aperto e di tactical urbanism per l’arredo grafico e la realizzazione di segnaletiche per gli spazi sportivi, hanno così preso possesso e modificato, almeno per il corso della sperimentazione, diversi spazi esterni ed interni dell’Istituto Comprensivo Pescara1, nella sede principale della scuola Foscolo, all’interno di un quartiere caratterizzato da pochi spazi pubblici e attrezzature collettive. Gli iscritti ai moduli hanno sperimentato una metodologia attiva, in cui i tutor sono stati facilitatori del processo e gli studenti e le famiglie gli attori principali delle trasformazioni.

Fotografia di Ludovica Simionato

Il risultato è stato sorprendente. Durante gli eventi serali i ragazzi coinvolti hanno invitato amici, parenti e vicini raggiungendo presenze significative, all’interno di un quartiere caratterizzato da scarsa vita di comunità. Protagonisti di una trasformazione da loro stessi ideata e realizzata, hanno mostrato a tutti una scuola diversa: aperta, viva, inclusiva, e colorata! Oggi gli spazi, soprattutto all’aperto, oggetto di tale trasformazione, vengono utilizzati durante le ricreazioni, per lezioni all’aperto e come luoghi di sosta prima di andare a casa. Una trasformazione avviata e tesa a ridefinire in futuro i cortili scolastici oltre l’attuale condizione di spazi chiusi, separati e recinti, ma luoghi aperti ad una frequentazione collettiva, luoghi sicuri e accoglienti. Vivere lo spazio della scuola non solo per la sua funzione primaria legata all’istruzione, ma anche ad altre funzioni non meno importanti come il gioco, lo sport, le differenti pratiche culturali sperimentate nei numerosi laboratori attivati, ha portato i ragazzi a rafforzare il senso di appartenenza al luogo scolastico, valorizzarlo ulteriormente a favore di una fruizione collettiva che si discosta dall’uso didattico tradizionale. Ci piace pensare che la scuola possa iniziare a diventare, con queste piccole azioni, qualcosa che lega la comunità alla città stessa. “Lo facciamo ancora?”5

Fotografia di Piero Rovigatti

Note

(1) Il progetto è stato prodotto dall’Osservatorio partecipazione e Cittadinanza Attiva (OCA), nato in seno al Dipartimento di architettura dell’Università “G. D’Annunzio” di Pescara, in rete con l’Istituto Comprensivo Pescara1, soggetto responsabile presso il MI, e diverse associazioni di terzo settore, tra cui: Deposito dei Segni, Metro Olografix, Comitato di Quartiere per una nuova Rancitelli, Didattica Teatrale, Arte del Teatro, Hub-C, Caritas, GarageLab, Yale.

(2) Piano promosso, con un protocollo d’intesa, da Ministero dell’Istruzione (MI) e Ministero della Cultura (MiC), reperibile al sito: https://www.istruzioneer.gov.it/2021/04/28/piano-scuola-estate-2021-un-ponte-per-il-nuovo-inizio/

(3) Centro interdipartimentale di Formazione all’Insegnamento, Ricerca Scuola e Territorio, nato all’interno dell’Ateneo G. d’Annunzio di Chieti e Pescara. Per approfondire: https://www.facebook.com/groups/406337330811606/

(4) “Nel 2030 sarà necessario assicurare un accesso universale per degli spazi pubblici e verdi che siano sani, inclusivi e accessibili, in particolare per le donne e per i bambini, per le persone anziane e per le persone con disabilità” punto 11.7 da Agenda 2030. Consultabile al link: https://unric.org/it/obiettivo-11-rendere-le-citta-e-gli-insediamenti-umani-inclusivi-sicuri-duraturi-e-sostenibili/

(5) Citazione ripresa da un bambino frequentante il Comprensivo Pescara 1, durante la festa finale di progetto