ProgetT’am: workshop di progettazione culturale.
Intervista di Giorgia Arillotta al Collettivo Zero e al Collettivo Disintegrati
di Giorgia Arillotta
ProgetT’am è un workshop di progettazione culturale che si è svolto durante le giornate di Art days Napoli Campania presso il Centro Polifunzionale Ciro Colonna di Ponticelli e Spazio Tra nel centro storico della città di Napoli. Il workshop nasce con l’obiettivo di fornire approcci e strumenti nell’ambito della rigenerazione urbana a base culturale, nonché di innescare riflessioni e idee per la seconda edizione del Viale delle metamorfosi– L’arte si fa strada: Festival d’arte contemporanea a cura di Collettivo Zero, volto a indagare il tema della metamorfosi attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea e dell’architettura, al fine di creare un patrimonio materiale e immateriale permanente negli spazi pubblici del quartiere Ponticelli.
Il ruolo della cultura e delle reti creative è fondamentale per uno sviluppo urbano innovativo capace di aggregare e generare continui scambi e mutui apprendimenti tra attori del settore e le comunità locali. Le tre giornate del workshop nascono da una sinergia tra Collettivo Zero e Disintegrati che hanno avviato un percorso di conoscenza e formazione seguendo la stessa metodologia messa in campo nelle progettualità dei rispettivi collettivi.
Il Centro Polifunzionale Ciro Colonna di Ponticelli ha ospitato la prima giornata del workshop. In questa occasione, è stato introdotto il progetto del festival di arte pubblica “Viale delle metamorfosi” e il tema del workshop. La giornata si è conclusa con la testimonianza ed esperienza presentata da Ludovica La Rocca (Blam strategie adattive) dell’ex Chiesa dei Morticelli e di Salerno Punto Com. Il secondo giorno è stato dedicato alla “cassetta degli attrezzi” della progettazione culturale e alle tre macrocategorie di studio e azione: la programmazione, la comunicazione e il fundraising. I partecipanti sono stati divisi in tre squadre per creare collaborativamente un’unica proposta per la seconda edizione del festival di arte pubblica. Infine, presso Spazio Tra (hub fisico e digitale per la formazione e la co-progettazione artistica nel centro storico di Napoli) è stato avviato un momento di confronto tra i partecipanti e collettivi per la restituzione finale delle idee agli ospiti esterni.
Segue l’intervista di gruppo con il Collettivo Zero e Disintegrati, che ringrazio per la disponibilità e l’accoglienza.
Da quali esigenze nascono i due collettivi? E la vostra collaborazione?
Collettivo Zero: l’idea del collettivo nasce nel 2019 all’interno di un corso di formazione avanzata dello IED di Roma, questa esperienza ci ha permesso di entrare in contatto con professionisti di settori differenti uniti sotto questo grande ombrello della progettazione culturale. Il collettivo è cresciuto nel 2020 quando abbiamo deciso di trasformare la nostra tesi (Viale delle metamorfosi- l’arte si fa strada) in un progetto reale partecipando al bando I quartieri dell’innovazione.
Il nome del collettivo nasce dal Lotto 0, un rione di Ponticelli, anche come simbolo di partenza e origine del nostro gruppo. Il progetto si è ingrandito, inizialmente eravamo otto persone e successivamente siamo diventati quindici provenienti da tutta l’Italia e con formazioni differenti. La pandemia è stata un momento di accelerazione per le nostre progettualità, l’abbiamo vissuta come momento per apprendere nuovi strumenti ed intercettare diverse realtà di Napoli.
Disintegrati: noi nasciamo dal laboratorio NTA (Nuove Tecnologie dell’Arte) dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Siamo nati ufficialmente nel periodo della pandemia, poco dopo la nostra laurea, con l’intento di lavorare insieme su progetti fuori dall’ambito laboratoriale. Il nome Disintegrati nasce da un senso di spaesamento provato in quel periodo ma che ci ha dato la forza per avviare i nostri progetti. Seppure tutti noi condividiamo una formazione simile allo stesso tempo cerchiamo di sviluppare l’individualità di ciascuno di noi lasciandola esprimere all’interno dei progetti collettivi.
Anche per noi il bando I quartieri dell’innovazione è stata un’occasione che ci ha permesso di rimodulare i nostri strumenti ed evolverci.
Collettivo Zero e Disintegrati: ci siamo conosciuti tramite il bando, è stato un momento che ci ha permesso di entrare in contatto tra di noi, conoscerci e confrontarci. L’idea di avviare la conversazione nasce dal Collettivo Zero, è stato un incontro fondamentale che ha attivato altre collaborazioni come il workshop ProgetT’am, generando delle bellissime esperienze.
Cos’è per voi la progettazione culturale e che ruolo può assumere la cultura per rigenerare un territorio e le comunità che lo abitano?
Collettivo zero: la progettazione culturale vuol dire progettare cultura, da cui il termine “culto”, e ad indicare un insieme di conoscenze legato al nostro modo di fare le cose che è fortemente radicato al territorio e alle comunità. Fare cultura salva la vita e partecipare alla vita culturale della città permette di aprirsi all’altro e mettersi in ascolto. La progettazione culturale deve essere innovativa, senza l’innovazione sociale non c’è tradizione né cultura. La cultura attiva la vita sociale della città, cambiando il punto di vista con cui si guarda alle cose.
Disintegrati: è la capacità dei processi di riattivarsi, avendo un obiettivo comune. Fondamentale la capacità di accendere i pulsanti giusti, dedicandoci tempo e lavorando con il territorio al fine di attivare meccanismi virtuosi per cui le comunità riescono a creare insieme un processo senza aiuto di artisti o progettisti.
Quali sono i vostri sogni e progetti futuri?
Collettivo zero: il workshop di co-progettazione è stato anche un campo di sperimentazione per gli approcci e strumenti adoperati in quanto vorremmo realizzare a Napoli una Summer School sulla progettazione culturale. Ovviamente, tra le progettualità future c’è la seconda edizione del Festival Viale delle Metamorfosi.
Disintegrati: come progettualità future stiamo realizzando la seconda edizione di “Stamm’ Sott’ ‘O Cielo” un’opera-evento, un’occasione per riunirsi e condividere metodi, strumenti e possibilità di azioni concrete con realtà politiche e sociali attive sul territorio, che comprende abitanti, associazioni del terzo settore, imprese culturali e collettivi informali. Stiamo lavorando al progetto “stratosferica” e vorremmo realizzare una fanzine del quartiere Montesanto di Napoli per costruire insieme ad associazioni, realtà e persone interessate la memoria collettiva del quartiere.Collettivo Zero e Disintegrati: vorremmo che in futuro in Italia la cultura venga vista come un vero e proprio settore di lavoro, come accade in tanti altri paesi Europei. I beni culturali e la cultura vengono ancora associati solo al tempo libero e allo svago ma sono anche un bisogno e una necessità.