La sostenibilità fatta in paese. Una lettera di Sfuso Diffuso alle piccole comunità
di Serena Folco e Pietro Rosso
Immaginate un paese di millesettecento abitanti, uno di quelli in cui se giri per strada e non ti conoscono ti chiedono “di chi sei nipote”? Un paese dove ci sono tante realtà associative, una forte comunità parrocchiale, le sagre di paese, le feste nelle cappelle di campagna e dove le rane in primavera iniziano a cantare quando cala il sole, come adesso, mentre vi scriviamo.
Ci presentiamo, siamo Pietro Rosso (nipote di nessuno in paese, come direbbero qui “un foresto”, uno straniero) e Serena Folco (una del posto, con nonni conosciuti, finalmente!) e veniamo da Calice Ligure, un paese in provincia di Savona, in Liguria, nell’immediato entroterra di Finale Ligure. E’ la prima volta che scriviamo una lettera, o meglio, è la prima volta che raccontiamo di Sfuso Diffuso con l’intento di fare una chiamata agli amici di paesi più o meno vicini, di ricevere magari qualche lettera di risposta, di confrontarci con chi legge, e insieme di presentare il progetto che stiamo vivendo!
Sfuso Diffuso è nato più di due anni fa, grazie al bando “Giovani per i Giovani” indetto da Fondazione Compagnia di San Paolo che abbiamo avuto il piacere di vincere insieme ad altri 16 progetti provenienti da Piemonte e Liguria. L’obiettivo di Sfuso, in prima battuta, è stato scritto come “conversione ecologica del paese di Calice Ligure” ma se dovessimo riscriverlo ora ci piacerebbe indicarlo così: “coinvolgere le comunità locali in un percorso di ecosostenibilità”.
La squadra di Sfuso Diffuso nasce da un gruppo di giovani, praticamente tutti di Calice Ligure; gruppo che da due persone arriva a contarne quaranta in occasione di eventi speciali. Il progetto è sostenuto anche da un ricco partenariato di enti locali e regionali: il nostro capofila: Slow Food Condotta del Savonese, il Comune di Calice Ligure, l’associazione Libelle APS, Legambiente Liguria, l’associazione Calice Ligure Città della Musica e Slow Food Condotta Albenga Finale Alassio.
Sfuso nasce per coinvolgere tutti gli attori commerciali e sociali del paese in un percorso di sostenibilità e, in parallelo, costruire una squadra coinvolta con tutti gli abitanti del paese e dei paesi vicini. Sfuso, da una parte porta avanti una ricerca di prodotti e pratiche più sostenibili da far adottare a ristoranti, botteghe, bar, b&b, associazioni e artigiani e, dall’altra, promuove un percorso di prevenzione ecologica con la comunità locale.
Immaginateci quindi, mentre parliamo a tutti i proprietari dei negozi e dei ristoranti, di prodotti e pratiche per ridurre l’impatto ambientale e per essere anche più competitivi. Non solo immaginatevi noi due, Pietro e Serena, ma insieme provate a immedesimarvi, immaginate i nomi delle botteghe del vostro quartiere, i visi dei commercianti del vostro paese, in cui magari non tornate da un po’.
Sfuso incessantemente bussa e busserà alle porte di ogni attività, costruendo una mappa delle realtà virtuose, da far crescere in un percorso lento, fatto di verifiche con i nostri consulenti in materia di normativa igienico sanitaria, fatta di una comunicazione social e di prossimità insieme, fatta di incertezze e qualche scommessa.
In parallelo però immaginateci a chiamare a raccolta tutto il paese, per parlare di sostenibilità da ogni punto di vista possibile. Dal workshop di sartoria ogni mercoledì ai saponi fatti nel laboratorio di chimica del liceo, dai baratti alle escursioni, dalle conferenze alla rete degli apicoltori sostenibili, dalla pannolinoteca ai mercati dei produttori locali. Anche in questa fase, svolta in contemporanea e in parallelo al bussare tra botteghe ed enti, immaginate voi stessi, pensatevi a mappare i desideri dei vostri colleghi, dei vostri vicini, delle famiglie che conoscete e pensate a come poter costruire squadre sempre diverse che possano impegnarsi verso la sostenibilità.
Nel tempo ci siamo fatti prendere la mano e in due anni abbiamo coinvolto tredici scuole, organizzato più di sessanta laboratori, diciotto conferenze, nove feste del baratto, sedici escursioni, tredici raccolte rifiuti in natura, ventuno incontri formativi per giovani, per un totale di duemilaseicentoventi persone coinvolte. Ce lo aspettavamo? No! Riteniamo però che sia un risultato legato al modo in cui cerchiamo di approcciarci al nostro piccolo paese. Quando si dà fiducia a una comunità, ai suoi green champions, ai suoi micro influencer (dalla sarta ottantenne al giovane biologo locale), saranno i vostri compaesani stessi a trascinarvi, motivarvi, coinvolgervi in occasioni sempre nuove.
Alla fine di tutto questo lavoro di immaginazione forse scoprirete come in questo percorso intrecciato e a volte caotico, capiti anche di sentirsi persi, di farsi prendere la mano dagli eventi senza sosta, fino a provare paura, sentire di aver perso l’obiettivo che vi eravate prefissati: “convertire il paese verso l’ecosostenibilità”. Non disperatevi però, avrete scoperto come la sostenibilità è un bellissimo pretesto per crescere, per ricucire comunità, per poter vivere il vostro paese con tante nuove chiavi di lettura.
La nostra lettera non è solo un esercizio di immaginazione ma un richiamo per chi, un po’ come noi, vorrebbe vivere un po’ più in sinergia con il quartiere e con il paese. Il richiamo, potrebbe suonare così: “un modo per fare sostenibilità in paese c’è, ci stai?”. Se questa chiamata vi stuzzica le orecchie, vi basterà scriverci, ci piacerebbe tanto sentire le storie dei vostri paesi e pensare insieme a nuovi modelli, nuove narrazioni, per fare ancora una volta della sostenibilità non solo un obiettivo, ma un bellissimo strumento.
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Contatti: Sfuso Diffuso, sfusodiffuso@gmail.com, 3406354018