intervista di Jorge Mosquera a Clara Habte – Team Eutropian
Il Villaggio della Pace
Il Villaggio della Pace nasce dal desiderio di dare la possibilità ai giovani di pensare ed agire per un futuro inclusivo e sostenibile nel presente. Il progetto è stato ideato da Eutropian, associazione di ricerca e azione, un gruppo di persone con una varietà di background diversi impegnate in progetti di sviluppo urbano sostenibile. In questa intervista con Clara Habte, capiamo insieme in che modo si può coniugare innovazione sociale, la Pace e la costruzione di un futuro a partire dai giovani: “Non si può continuare a parlare di next generation come nulla fosse. Noi siamo la next generation e i giovani di oggi ancora di più.”
Perchè un progetto incentrato sul tema della pace dentro un’associazione come Eutropian?
Perchè sentivamo che il tema della pace è fortemente legato al nostro lavoro di innovatori sociali, volevamo portare all’attenzione e al centro del dibattito pubblico i giovani e le politiche giovanili. Nell’associazione, ognuno di noi ha percorsi di vita e caratteristiche diverse che mettiamo a disposizione del team. Veniamo da diversi anni di attivismo nell’ambito del rispetto dei diritti umani, abbiamo a cuore la partecipazione attiva delle comunità e crediamo che la cooperazione e la solidarietà possano rigenerare la società stessa. Da qui, nasce quindi la mia proposta di dedicare uno spazio ai più giovani. Il desiderio è proprio quello di metterci a disposizione dei giovani ORA. La politica è l’arte del confronto e non è più possibile rinviare decisioni indispensabili per costruire una società inclusiva, sociale e solidale. Ci credo fortemente e con questo spirito mi auguro che le istanze di tutti producano azioni concrete. Tutto ciò ho provato a farlo attraverso un concept innovativo che cambia il paradigma “congressuale”, dove i giovani pongono domande e avviano il confronto, propongono, esprimono i loro propositi. Mentre gli adulti mettono a disposizione competenze ed esperienze, sedendosi nel cerchio del Villaggio per contestualizzare le declinazioni della Pace sul territorio e la promozione sinergica, con tutte le forze istituzionali, pubbliche, private locali ed internazionali. Il dialogo e la partecipazione attiva dei giovani sono intesi infatti come volano di proposte che mirano allo sviluppo di documenti e azioni collettive per il raggiungimento della Pace. Insomma, il tutto si riassume con il claim: “La Pace è una scelta, impariamo ad agire insieme.”
Il Villaggio della Pace porta avanti tavole rotonde in cui, da un lato, i giovani ‘Consiglieri’ sono assoluti protagonisti con le loro domande, curiosità, propositi e proposte; dall’altro, i ‘Cittadini’ si mettono a disposizione avviando così delle conversazioni informali, suddivisi in tavoli di discussione su temi importanti e fondamentali che vanno dalla Carta Universale dei Diritti Umani, alle tematiche che riguardano le sfide globali e locali, all’azione e alla pratica di ciò che si conviene. Ai tavoli sono invitate le classi e non i rappresentanti, in modo da far partecipare chi non ha la predisposizione a rappresentare, e sono pensati affinché si mettano in relazione tematiche ‘apparentemente’ distanti. Ad esempio, il tavolo “Corridoi umanitari: rigenerazione urbana. Cambiamento del sistema ambientale e urbano” tratta l’innovazione urbana in chiave sociale, come mezzo di connessione ed inclusione di tutte le esigenze cittadine.
Quale è stato il percorso del villaggio della pace fino ad ora?
Il primo incontro si è svolto il 21 settembre 2020, appena dopo l’estate pandemica. Non è stato semplice, ma siamo riusciti a coniugare un incontro sia in presenza che on-line. I tavoli erano quattro e hanno partecipato ragazzi dai 15 ai 30 anni insieme a rappresentanti istituzionali, religiosi e della società civile. In questa circostanza, la conversazione dopo un momento di spaesamento ha preso piede e i ragazzi si sono confrontati tra loro e con gli adulti. Si è svolto il 21 settembre perché è la giornata internazionale della Pace indetta dall’Onu e visto che proviamo a promuovere la Carta Universale dei Diritti dell’Uomo e la relazione tra argomenti attuali ed importanti, quale altra data per inaugurare e mettere in pratica questa idea?
Proprio da questo confronto ci siamo resi conto che far interagire ragazzi di 11 anni con 25enni è una pratica per nulla scontata. I giovani sono abituati a conversare ed ascoltare gli adulti, ma un 22enne è difficile che si confronti con un 10enne e far avviare la conversazione a loro in argomenti anche difficili sono uno stimolo ad usare termini comprensibili, abituarci a considerare le opinioni di tutti. E soprattutto, non dare per scontato che i più giovani non abbiano idee, considerazioni, propositi. Insomma, non solo domande ma anche proposte. In questo i ‘Cittadini’ dopo un inizio ‘diverso’ hanno tutti l’entusiasmo di ascoltare, rispondere e di agire insieme. Dopo questo primo incontro abbiamo dato appuntamento il 19-20-21 marzo 2021 per una tre giorni con varie tematiche. Alla chiamata hanno risposto più di mille ragazzi, dagli 11 ai 35 anni più tantissimi adulti, e per tre giorni si sono svolti dialoghi e ragionamenti che hanno portato ad un vocabolario comune e al dialogo intergenerazionale oltre che multidisciplinare e interreligioso. Questo processo, unito all’entusiasmo dei giovani, ha portato il Villaggio della Pace a collaborare con ITRIA e con il “The Last Twenty” il primo summit internazionale dei paesi più impoveriti nella Tappa Abruzzo-Molise e a produrre un documento da presentare al G20, all’Onu e al Pontefice».
Ci puoi condividere un momento saliente del progetto?
Sicuramente l’incontro con l’Imam Pallavicini, la settimana dopo l’incontro di marzo, poiché non era riuscito a partecipare e c’erano molti ragazzi delle medie inferiori di religione musulmana che ci tenevano a conoscerlo. Nel raccontare all’Imam com’era andato il fine settimana del Villaggio, una giovane “consigliera” ha detto che aveva ragionato insieme ai grandi di economia ecologica, politica, contrasto alla mafia. Ecco questo credo che sia stato il momento in cui abbiamo capito che il format era una buona cosa.
In attesa dei prossimi grandi eventi, in cui i ragazzi del Villaggio incontreranno il G20, l’Onu e il Pontefice. Il Villaggio della Pace prosegue il suo lavoro di comunicazione tramite una pagina instagram gestita dagli studenti del Convitto Nazionale Mario Pagano con il supporto di Eutropian. Per il futuro invece, saranno i ragazzi stessi a fare proposte e il team di Clara avrà semplicemente il ruolo di facilitatore.