Gamalero (AL): immaginare il futuro del proprio paese in modo partecipato

Gamalero (AL): immaginare il futuro del proprio paese in modo partecipato

di Elena Borrone e Tommaso Franchin

Il progetto Gamalero for future è un percorso di partecipazione attiva della cittadinanza nella definizione di strategie di rifunzionalizzazione e uso inclusivo di tre spazi pubblici del Comune di Gamalero (AL), oggi sottoutilizzati: l’ex asilo Badò, un edificio di inizio ‘900 attualmente chiuso; l’Area Verde, sede di un parco dei frutti antichi e di un piccolo teatro all’aperto, entrambi ancora poco frequentati; la Biblioteca di Gamalero, attualmente sottodimensionata rispetto alle potenzialità e ai possibili usi.

È un progetto ambizioso, che punta a stimolare nuove visioni comunitarie coinvolgendo gli abitanti nell’immaginazione dello sviluppo del loro territorio, accrescendo competenze collettive e condividendo traiettorie di futuro. La direzione è quella delineata dal PNRR, che guarda ai progetti di rigenerazione come ad un insieme di interventi materiali – il cosiddetto “hardware” – e di misure immateriali – o “software”, azioni di supporto agli interventi e alla rigenerazione delle relazioni e del capitale sociale. 

(cc) Elena Borrone

Gamalero for future prevede nella prima fase di attivazione territoriale l’utilizzo di metodologie proprie della rigenerazione urbana, attraverso un processo partecipativo (condotto dalla PM, Elena Borrone, per Appennino l’Hub e da Tommaso Franchin e Andrea Dellai dell’Associazione exvUoto) che contempla laboratori e animazioni, contaminate anche da tecniche teatrali. In questa fase si punta a mettere fuoco bisogni e risorse della comunità e ad individuare in modo comunitario possibili rifunzionalizzazioni e modalità gestionali delle tre aree pubbliche individuate. Inoltre, l’associazione exvUoto ha realizzato una Mappatura Emotiva: una passeggiata performativa il cui itinerario è stato progettato grazie agli incontri e ai colloqui con gli abitanti ed è stato condotto dai performers che, pur non essendo parte della comunità, ne sono divenuti per un po’ cittadini temporanei. Si è offerto così al pubblico un altro punto di vista e la possibilità di guardarsi da fuori, di riascoltarsi e, facendolo, di creare un dibattito costruttivo e coinvolgente.

A partire da luglio si avvierà la seconda fase del progetto, che vuole stimolare la nascita di nuove forme di economie abitanti, mettendo in relazione i bisogni con le risorse territoriali emerse durante la prima fase progettuale. Attraverso la condivisione di buone prassi e testimonianze, supportate in ambito laboratoriale dalle competenze di sviluppo territoriale e imprenditoriale della rete di Appennino l’Hub (tra cui quella di Giovanni Teneggi, inerente alla consulenza di impresa nel settore cooperativo), si punterà alla definizione di servizi collaborativi in grado di delineare possibili nuove imprese abitanti.

(cc) Elena Borrone

La terza fase, prevista tra settembre e ottobre, prevede infine di rafforzare le capacità di progettazione integrata tra gli Enti di Terzo Settore territoriali, intervenendo su quell’insieme di competenze “software” essenziali per perseguire l’impatto dei progetti di rigenerazione.