Castello Hub, un Bene Comune da alienare o da liberare?
di Francesca Ameglio e Caterina Secchi
Anche se non ancora inserito nella lista dei beni alienabili, sembra che per l’ex-asilo in Piazza Duomo, nel cuore del centro storico di Colle di Val d’Elsa, non ci sia alternativa. La vendita è il suo “naturale” destino. È più facile demandare al mercato il compito di ridefinire il valore, che non è solamente economico. Turistico-ricettivo, residenziale.
Ci penserà lui!
Questa valorizzazione però non può realizzarsi così, in automatico. Se è vero che questo spazio ha assolto, fino a 4 anni fa, una funzione pubblica essenziale, esiste ancora un potenziale valore di bene per la comunità? È possibile riconoscerlo, farlo emergere?
Lo spopolamento e l’abbandono del centro storico che si è registrato negli ultimi anni ha avuto conseguenze importanti non solo per chi ci vive, ma per l’intera comunità. Oramai solo il 4% della popolazione di Colle di Val d’Elsa abita in “Colle alta”. Questa marginalizzazione è accentuata da inadeguati servizi urbani e la quasi assoluta mancanza di servizi di prossimità, fondamentali per una popolazione con evidenti difficoltà socio-economiche, costituita in prevalenza da anziani e stranieri.
Poichè l’istituzione pubblica, in relazione al patrimonio pubblico, ha il compito di tutelare e garantire gli interessi collettivi dell’intera comunità, a cui quei beni appartengono, bisognerebbe, prima di tutto valutare ex-ante gli eventuali impatti sociali che un progetto di rigenerazione a base culturale può avere all’interno del centro storico della città, contribuendo all’inversione di tendenza dell’esodo demografico che sta investendo questa parte identitaria di città.
Con un piano di azione che parta proprio dal recupero di diverse parti dell’ex- Asilo attraverso nuove funzioni, pensate sulla base dei bisogni della comunità, immaginiamo di trasformare il centro storico di Colle di Val d’Elsa in Centro/Hub di innovazione e auto-imprenditorialità, che offra opportunità sostenibili per lo sviluppo di attività culturali. Il cambiamento che auspichiamo parte proprio da questa considerazione e si basa su:
- aumento del livello occupazionale di giovani e donne e creazione di nuove competenze e di nuova impresa locale, che coniughi innovazione e tradizione;
- miglioramento dei servizi di prossimità per gli abitanti in Colle Alta;
- diminuzione dei flussi residenziali in uscita dal centro storico;
- aumento dei flussi turistici, intercettando quelli legati alla via Francigena;
- miglioramento della gestione dei servizi culturali nel centro storico (Polo museale “Colle Alta Musei” con Casa di Arnolfo, Museo Archeologico, Museo San Pietro e Teatro dei Varii) favorendo la partecipazione alla gestione del patrimonio culturale.
- miglioramento del servizio socio-educativo e dei presidi scolastici posti agli estremi del centro storico (scuola paritaria Ancelle del Sacro Cuore al Baluardo e Scuole medie a Porta Nuova).
In occasione di RiGenerazioni (festival finanziato da Regione Toscana, in continuità con 2050ARCHIFEST ci siamo ritrovate con le ragazze e i ragazzi di Rise Out e Niutopia – nuovi luoghi comuni, gruppi nati da due diverse edizioni del Master URISE, per capire insieme a loro e ai cittadini se esiste ancora un potenziale valore sociale, culturale o più in generale d’interesse pubblico di questo bene.
Il gruppo Rise-Out ha guidato il laboratorio “EX-Lab”. 14 componenti del gruppo e 8 partecipanti esterni, selezionati tramite una call nazionale, rivolta a giovani community manager, placemaker e facilitatori.
L’obiettivo è di contribuire con la propria presenza, competenze ed energia ad innescare nuove leve di ragionamento, proponendo:
- condivisione di esempi di “Ex-usi” italiani, pratiche ed esperienze di ri-funzionalizzazione di spazi, con particolare attenzione alle forme di attivazione dal basso;
- una “cassetta degli attrezzi” per la condivisione di strumenti e modelli di governance per la gestione di un bene comune;
- un laboratorio costituito da 5 tavoli di confronto tra esperti esterni ed esperti locali (28 in totale tra cittadini attivi, membri di associazioni, abitanti del Castello etc.), che riguardavano il tema dello spazio intergenerazionale, spazio educante ed espositivo, spazio bottega artistico-sociale, spazio hub e co-working e spazio accoglienza.
In parallelo le ragazze di Niutopia hanno realizzato un tazebao, un grande manifesto contenente tutte le parole chiave venute fuori durante i tavoli di confronto, che hanno riassunto i bisogni e i sogni dei colligiani. Il tazebao “Ex-asilo Nuovo Assillo” è stato firmato da tutte e tutti i partecipanti e appeso, a fine giornata, sulla facciata dell’ex-asilo, a rappresentare quasi una liberazione (e non occupazione, come direbbe Nicola Capone) di questo grande bene comune.
Mentre gli adulti si confrontavano sul futuro dell’ex-asilo l’associazione locale LaGorà ha lavorato con i più piccoli alla co-progettazione del giardino pensile della scuola, attraverso il gioco Citizen School: un gioco di carte, sviluppato da Caterina Secchi (U-Riser colligiana), che spinge bambine e bambini a immaginare e progettare uno spazio in evoluzione, appoggiando i bisogni e i sogni di personaggi immaginari, riconoscendo nella capacità dei più piccoli di avere uno sguardo inclusivo e meno viziato da pregiudizi e interessi economici, un importante strumento di progettazione e cambiamento.
Il tazebao è rimasto appeso molte settimane dopo l’evento, destando molta curiosità. I ragazzi e le ragazze di Rise-Out stanno lavorando ad un report della giornata e ad un’analisi di un possibile modello di gestione, che metta a sistema tutto ciò che è emerso dal confronto tra esterni ed interni e renda il progetto sostenibile.
Sarà pronta l’amministrazione ad usufruire di questo importante strumento?