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Cartografie relazionali e convivenza urbana: re-immaginare spazi per città educanti

La pandemia ci ha mostrato il volto fragile della realtà che ci circonda, ma anche la complessità delle sue interconnessioni. Come fanno i bambini e gli adolescenti ad appropriarsi dello spazio vitale "città" che spesso è loro ostile? Quale progetto di vita realizzano in relazione all'ambiente urbano? Quali luoghi sono "destinati" a loro? Abbiamo bisogno di un nuovo senso dello spazio urbano da espandere e ricreare attraverso la ridefinizione di luoghi anche solo interstiziali, spazi comuni flessibili per una società aperta e viva oltre l'inaccessibilità e la disuguaglianza, dal reale al virtuale al virtuoso.[di Letizia Montalbano]

L’urbanistica sociale in risposta all’infanzia: uno sguardo critico nella realtà barese

Con un'intervista ad Andrea Mori, pedagogista e socio fondatore della cooperativa sociale “Progetto Città” di Bari, scopriamo la storia di un percorso di progettazione partecipata che ha avuto origine nel 1980, anno della sua fondazione. Mentre l’edilizia irrompeva scavando macerie di degrado e generando ferite di isolamento, ”Progetto Città” immaginava nuove visioni. Protagonisti bambini e bambine, simbolo di un futuro tutto da scrivere che continua tutt’oggi. [di Benedicta Rizzi]

Spazio di genere. Intervista a Giulia Iacolutti

Spazio di genere è un laboratorio che riflette sullo spazio pubblico attraverso una prospettiva di genere. Viviamo un’urbanistica tendenzialmente pensata da uomini, calata in un sistema patriarcale: l’obiettivo è ragionare sulle differenze e gli squilibri dei ruoli sociali di uomini e donne nello spazio pubblico. [intervista di Giulia Paron a Giulia Iacolutti]